Gira voce che con la cultura non si mangia. Per sfatare questa profezia ed evitare che si autoavveri, l'associazione Doppiozero mette in palio 100.000 euro con la seconda edizione di cheFare, uno strumento di ricerca sui nuovi modi di fare cultura in Italia.
La piattaforma cheFare è uno spazio di collaborazione per lo sviluppo di idee e progetti innovativi nel campo della cultura, proposti da associazioni e imprese profit e non profit. L'idea è quella di creare network fra queste realtà territoriali per costruire modelli che siano economicamente e socialmente sostenibili.
L'edizione 2012 di cheFare, che ha richiamato 506 partecipanti e ha raccolto più di 40.000 voti, è stata vinta da Liberòs, un progetto di successo partito dalla Sardegna, un'associazione online e offline di professionisti e appassionati del settore librario creata per promuovere la lettura e tutte le attività ad essa connesse.
I criteri che dovranno soddisfare i progetti proposti sono: promozione della collaborazione; ricerca di forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della cultura; scalabilità e riproducibilità; sostenibilità economica nel tempo; promozione dell'equità economica; impatto sociale territoriale positivo; impiego di tecnologie e filosofia opensourceM capacità di coinvolgere le comunità di riferimento e i destinatari delle proprie proposte attraverso una comunicazione efficace.
Le iscrizioni per partecipare a cheFare sono aperte fino al 9 dicembre 2013. Avvenuta la raccolta dei progetti, un team di esperti selezioneranno i 40 ritenuti più validi, che verranno quindi presentati sul sito online dal 15 gennaio al 13 marzo 2014 per essere votati dal pubblico. Gli 8 progetti che otterranno il numero più alto di voti verranno valutati da una giuria composta da personalità del mondo della cultura e dell'innovazione. Il 3 aprile 2014 verrà proclamato il vincitore.
La necessità di promuovere la cultura e i valori condivisi che porta con sé, è imprescindibile per la società. I progetti e le iniziative culturali devono uscire dalla sfera del “sarebbe bello fare” e diventare, aggregare, formare reti di conoscenza, non solo online ma anche sul territorio.
Un plauso a chi propone strumenti come cheFare, che rispondono a questa necessità.