La carta è la tipologia di materiale solitamente presente in quantità maggiori all’interno di un archivio.
Esistono moltissime tipologie di carta, a seconda dei materiali e dei processi usati per la sua fabbricazione, degli inchiostri che sono stati utilizzati per imprimere le informazioni, del periodo storico di produzione, e di altre caratteristiche.
In generale la carta può essere definita come un prodotto realizzato tramite l’utilizzo di sostanze fibrose di diversa natura ridotte in pasta e trasformate, con l’aggiunta di sostanze additive, in pagine di vario spessore con molteplici caratteristiche fisiche e meccaniche.
Per comprendere appieno quali sono le caratteristiche peculiari di una specifica carta e quali saranno le sue risposte e le sue reazioni a stimoli di tipo fisico e chimico, è necessario prima di tutto analizzare a fondo quali sono le materie prime che la costituiscono.
In questo articolo parleremo di:
Di cosa è composta la carta?
Tutte le carte sono generalmente composte da una sostanza fibrosa, la quale può essere costituita da fibre di cellulosa, da fibre tessili derivate da stracci, da fibre di riciclo di altre carte o anche da fibre sintetiche, e da altre sostanze additive non fibrose che vengono utilizzate come leganti o con il fine di conferire determinate caratteristiche alle pagine, come colore, resistenza alla penetrazione dell’inchiostro, resistenza agli sforzi meccanici.
Ogni documento, quindi, a seconda del periodo storico in cui è stato prodotto e a seconda della sua funzione, è stato fabbricato utilizzando carte contenenti una combinazione specifica di tutte queste diverse componenti: ogni particolare accostamento di sostanze genera un peculiare complesso di reazione agli stimoli e specifiche necessità di conservazione.
La qualità finale della carta dipende prevalentemente dalle caratteristiche delle fibre utilizzate nella sua fabbricazione e dai metodi di eliminazione delle impurità che vengono messi in atto durante la sua produzione: le fibre utili per la lavorazione della carta non si trovano mai pure in natura, ma devono essere ricavate dalla materia di origine tramite dei procedimenti che influiscono moltissimo sulle proprietà finali delle fibre.
A titolo esemplificativo, la polpa di cellulosa si ottiene macinando piccoli tocchi di legno che vengono poi sfibrati tramite delle procedure chimiche o meccaniche: questo tipo di processo permette di estrarre le fibre di cellulosa, utilizzabili poi per la produzione della carta.
La cellulosa che si ottiene tramite questi procedimenti non è pura, ma è intrisa delle altre sostanze che compongono la struttura molecolare del legno, in particolare la lignina, sostanza che funge da legante tra le fibre, e altre sostanze, come gli acidi grassi, che possono essere successivamente estratte tramite procedimenti chimici.
Il metodo con cui si conduce l’estrazione delle sostanze additive presenti nella polpa di cellulosa può danneggiare gravemente le fibre stesse, causando così una debolezza strutturale della carta creata con quelle materie.
La fabbricazione della carta nella storia
Il processo di fabbricazione delle carte è cambiato molto nella storia, sia a causa dell’introduzione di nuove tecnologie di ottenimento e di sintesi artificiale delle fibre, sia per una questione culturale.
Mentre un tempo i documenti in carta e in pergamena venivano realizzati per essere conservati, e quindi fabbricati con le migliori materie prime selezionate e con i procedimenti adeguati, dopo l’invenzione della stampa, portata da una domanda sempre più consistente di libri e di documentazione cartacea, la qualità delle materie prime usate si è drasticamente ridotta, per lasciare spazio a carte scadenti, ad inchiostri non adatti al supporto su cui venivano collocati e a procedimenti di fabbricazione di stampo industriale, che permettevano di aumentare considerevolmente la quantità delle pagine prodotte, causando però una notevole riduzione delle loro qualità fisiche, chimiche e meccaniche.
Fino alla seconda metà dell’Ottocento, le carte continuavano ad essere prodotte tramite l’utilizzo di stracci, e le paste fibrose ottenute venivano lavorate il meno possibile, visto anche che le moderne tecniche di creazione di paste pure di fibre di cellulosa non erano ancora in uso a livello industriale.
La carta industriale: nuove problematiche conservative
Con l’utilizzo delle tecnologie industriali nella lavorazione del legno, le carte cominciarono ad essere fabbricate tramite dei processi chimici e meccanici di separazione delle fibre di cellulosa dalle sostanze additive superflue contenute nella struttura molecolare del legno e l’utilizzo di colle e di solventi che permettevano di ottenere una carta estremamente pura e bianca: i due processi tecnologici fondamentali introdotti in questo periodo sono infatti lo sbiancamento e l’incollatura.
Entrambi i procedimenti, nonostante permettano di ottenere delle pagine di colore bianco puro e con determinate caratteristiche meccaniche che ben si adattano alla tecnica della stampa, avvengono tramite l’utilizzo di sostanze chimiche che, col passare del tempo, possono modificare in maniera sostanziale la struttura molecolare della carta causando processi di invecchiamento e di deterioramento in libri e documenti.
Questo è il motivo per cui le carte antiche all’interno degli archivi subiscono dei processi di invecchiamento più facilmente controllabili, soprattutto se si agisce sulla regolazione delle condizioni ambientali del locale in cui sono conservate, mentre paradossalmente i prodotti cartacei più recenti si deteriorano maggiormente anche a causa del degrado autoindotto dalle sostanze stesse di cui sono composte.
Questa problematica rende il controllo sulla loro conservazione molto più complesso e costoso.
Ad esempio, l’uso di colle a base di allume di rocca, usate per conferire alla carta una maggiore resistenza alla penetrazione degli inchiostri, ha causato l’acidificazione di moltissime pagine di documenti, che a sua volta ha indotto processi di degradazione delle fibre di cellulosa e, in generale, della struttura della carta.
In conclusione, per ottenere una carta con caratteristiche estetiche e meccaniche specifiche è necessario, quindi, agire sulla combinazione di moltissime variabili differenti che andranno anche ad influire in maniera consistente sulla capacità della carta di resistere ai processi di invecchiamento e sulla sua reattività a specifiche condizioni ambientali e a determinati stimoli esterni.